
SHOAH E MEMORIA

cosa significa il termine shoah
All’epoca della Repubblica di Weimar, quindi dal 1919 in poi, gli ebrei tedeschi si sentivano tedeschi a tutti gli effetti, ed erano riusciti ad avere successo e ad arricchirsi. Per i nazisti, gli ebrei erano un pericoloso nemico interno, colpevole di molti dei problemi che affliggevano la Germania. Non sappiamo se all’inizio la retorica di Hitler fosse solo propaganda tutto quello che sappiamo è che dopo anni di atroci discriminazioni che rendevano la vita impossibile per gli ebrei tedeschi, nel 1942 la Germania nazista adoperò spazi, uomini e risorse per mettere in pratica ciò che i nazisti avevano definito “la soluzione finale”: lo sterminio di tutti gli ebrei.
Olocausto: parola greca, che fa riferimento a sacrifici praticati nell’ epoca antica (in particolare da greci ed ebrei) in cui le vittime agnelli, tori e capre venivano bruciate per intero, esattamente come migliaia di ebrei, dopo essere stati giustiziati vennero bruciati dai nazisti nei forni crematori. Proprio in questi anni, in cui gli ultimi superstiti della Shoah hanno più di 80 anni, e diverse teorie conservazioniste negano l’esistenza stessa della Shoah, è importante ricordare lo sterminio di milioni di ebrei ad opera dei nazisti, un fenomeno reale e documentato, che avvenne nel cuore d’Europa in tempi neanche tanto lontani. Alcuni storici ed alcuni sopravvissuti hanno chiamato e chiamano tuttora questo fenomeno Olocausto.
I sacrifici venivano tuttavia praticati per motivi religiosi, per espiare dei peccati, e nella Shoah non c’era nulla di religioso, né tanto meno nulla da espiare. Per questo motivo si preferisce utilizzare il termine Shoah, una parola biblica che significa ‘catastrofe’.

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