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COS' E' LA COSTITUZIONE  

La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato, alla quale tutte le altre leggi devono far riferimento. Il termine deriva dal latino constitutio, che indicava una legge di particolare importanza, solitamente emanata dall’imperatore. Negli Stati contemporanei la Costituzione ha la forma di un documento scritto, ed è la legge fondamentale, che enuncia in modo solenne e sintetico quali sono le funzioni e i compiti dei vari organi dello Stato, i limiti posti al potere di ogni organo, i rapporti tra lo Stato e i cittadini e i diritti e i doveri dei cittadini. Può essere modificata nel tempo da altre leggi costituzionali (come avviene in Italia). Si trova al vertice delle fonti del diritto, tanto che viene spesso definita anche “legge delle leggi” e costituisce l’ordinamento giuridico perché contiene le norme di base a cui tutte le altre leggi dello Stato devono attenersi. La nostra Costituzione è la prima carta istituzionale liberamente scritta dai rappresentanti dei cittadini e non concessa da un sovrano.

Il suo testo è caratterizzato da alcune caratteristiche fondamentali.

- È scritto.

- È rigido.

- È lungo.

- È programmatico: non è rivolto solo al presente, ma stabilisce obiettivi a lunga durata.

La Costituzione definisce anche i caratteri fondamentali dello Stato italiano.

- Uno Stato repubblicano.

- Uno Stato democratico.

- Uno Stato fondato sul lavoro.

- Uno Stato parlamentare.

- Uno Stato decentrato.

  • Uno Stato non confessionale: non c’è una religione di Stato, lo Stato è laico.

 

La struttura della Costituzione

L'Assemblea costituente ha elaborato questo testo composto da 139 articoli e 18 Disposizioni transitorie e finali. La Costituzione risulta suddivisa in Parti, a loro volta suddivisa in Titoli alcuni dei quali sono suddivisi in Sezioni, tutto ciò è preceduto dai Principi fondamentali. Struttura:

  • Principi fondamentali: artt. 1-12;

  • Parte Prima: Diritti e doveri dei cittadini (artt. 13-54);

  • Parte seconda: Ordinamento della Repubblica (artt. 55-139);

  • 18 disposizioni transitorie e finali.

I Principi fondamentali contengono le decisioni essenziali sul tipo di stato e gli altri ordinamenti, stabiliscono il carattere repubblicano e democratico della Costituzione, i rapporti essenziali tra Stato e i singoli con il riconoscimento dei diritti inviolabili e dell'uguaglianza tra gli uomini. Nella Parte Prima si inizia considerando le persone in quanto tali fino ad allargare sempre di più la prospettiva quindi la famiglia, la scuola, l'organizzazione economica e quella politica. Nella Parte Seconda sono contenute le organizzazioni dello Stato quindi Regioni, Province e Comuni. Infine le norme transitorie sono quelle che prevedono adempimenti con le scadenze temporali richieste per unire il vecchio ordinamento con il nuovo mentre le Disposizioni finali contengono norme dettate per la particolare situazione storica dell'Italia al termine del ventennio fascista e alla fine della Monarchia.

Come nasce la Costituzione

25 aprile del 1945 è una data importante che tutti dobbiamo ricordare: è il giorno in cui l’Italia venne liberata dal fascismo e dall’ occupazione tedesca. Le forze politiche antifasciste, rappresentate nel Comitato di liberazione nazionale (CLN) si trovarono d’accordo sul fatto che il futuro dell’Italia doveva essere deciso direttamente dal popolo. Fu perciò lasciata ai cittadini, uomini e donne usciti da vent’anni di dittatura, la possibilità di scegliere se mantenere la monarchia o voltare completamente pagina dando vita a una Repubblica. I cittadini stessi dovevano eleggere un gruppo di rappresentanti con il compito di scrivere un nuovo testo costituzionale, in sostituzione dello Statuto albertino, cioè la carta costituzionale che era stato emanato da Carlo Alberto nel 1848 per far fronte ai moti insurrezionali che in quell’anno si stavano diffondendo in tutta Europa. Il sovrano rinunciava a una parte dei suoi poteri assoluti e riconosceva ai sudditi alcune libertà fondamentali. Si trattava di una costituzione “concessa” dall’alto e non elaborata da un organo rappresentativo del popolo, come è avvenuto per l’attuale costituzione della Repubblica.

L’Assemblea costituente, eletta il 2 giugno 1946, era un organo collegiale, straordinario e temporaneo, eletto con lo scopo di scrivere e di approvare la nuova Costituzione. Era un organo straordinario, perché l’esercizio della funzione costituente si esercita raramente nella vita di uno Stato, e temporaneo, perché destinato a sciogliersi. Tra i suoi primi atti vi fu l’elezione di Enrico De Nicola come Capo provvisorio dello Stato. Poiché l’Assemblea costituente, composta da 556 membri, era un organo troppo numeroso per poter elaborare un testo costituzionale, si decise di istituire una Commissione ristretta di 75 deputati con il compito di redigere materialmente il progetto di Costituzione, che fu poi discusso in Aula e definitivamente approvato il 22 dicembre 1947. La Costituzione entra in vigore dopo la promulgazione da parte del Capo dello Stato e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il 1° gennaio 1948. Alla fine del 1948 l’Assemblea costituente si sciolse e tre mesi dopo si svolsero le elezioni per la Camera dei Deputati e il Senato che, in seduta comune elessero Luigi Einaudi come primo Presidente della Repubblica.

Il principio di uguaglianza

L'articolo 3 della Costituzione italiana enuncia il principio di uguaglianza previsto in due significati diversi ma complementari:

  • il primo comma stabilisce il principio di uguaglianza formale intesa come pari dignità e pari soggezione di tutti alla legge, senza discriminazioni             tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali;

 

 

  • il secondo comma aggiunge l'uguaglianza sostanziale come effettiva possibilità di tutti di godere concretamente dei propri diritti           è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

     

 

 

Si analizza in primo luogo l'uguaglianza e la diversità, tra le persone uguaglianza che le differenze che esistono tra gli individui non possono essere assunte per giustificare trattamenti discriminatori. Quindi l'uguaglianza di cui parla la Costituzione significa uguaglianza nella possibilità di manifestare le proprie differenze. Poi si analizza inoltre l'uguaglianza e la giustizia poiché la Costituzione italiana non si accontenta della società così com'è ma richiede allo stato una politica di riforme per renderla più giusta. Per questo contiene delle norme programmatiche che dicono in che modo gli organi dello Stato devono esercitare i loro poteri.

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